Leggiamo una prima parte del primo capitolo di questo piccolo libro che fa parte della letteratura araba, precisamente il libro dell’autore palestinese saggista e giornalista Ghassan Kanafani nato nel 1936 ad Acri e morto in un attentato nel 1972.
Questo racconto ci porta in un viaggio per noi lontano, inimmaginabile, quello in cui gli eventi della Storia ribaltano la vita delle persone. Il protagonista del racconto è Said, un palestinese di Haifa che dopo vent’anni di esilio torna nella sua città a cercare ciò che ha dovuto lasciare con la forza, con la speranza di avere informazione del suo bambino smarrito ad Haifa. Ritroverà la sua casa nello stato esatto in cui era stata lasciata, anche le piume di pavone nel vaso sul tavolo sono al loro posto così come i quadri e tutti gli oggetti. La casa è abitata da una famiglia ebrea giunta in Palestina dalla Polonia nel 1948. Pochi giorni dopo che i palestinesi di Haifa erano stati forzatamente spinti a fuggire. Cosa troverà nella sua casa Said, molto più di quanto si aspettavano oltre a un passato che riaffiora prepotente, la tristezza, un drammatico destino contrapposto ad un altro destino, in cui la diaspora palestinese paga il conto a quella ebraica, nella loro reciproca incomprensione. Il figlio perduto vent’anni prima, cresciuto dalla famiglia arrivata dalla Polonia, è diventato un militare e ed fortemente determinato a continuare a essere israeliano.
maria rosa