di Romano Augusto Fiocchi
Nel cuore della notte, mentre facevo a pezzi questo manoscritto, pensavo a quando sarebbe sorto il sole e avrebbe scaldato le cupole di San Marco. Le mie dita laceravano le pagine una dopo l’altra. I personaggi diventavano coriandoli e io li lasciavo cadere nel water. “Dalla laguna siete nati, alla laguna ritornerete” ripetevo fra me. Un giro alla manopola e sparivano giù per lo scarico. Era stata la nausea di trovarmeli sempre lì davanti, con le loro storie, le loro manie, i loro problemi. Che erano anche i miei. Allora avevo detto basta. Non li volevo più vedere. Fuori dalla mia vista, fuori dalla mia testa. Ma non è servito a niente, I personaggi tornano sempre. Tornano e si confondono con noi perchè anche noi siamo personaggi. La vita è un pretesto. I personaggi che noi siamo, i personaggi che ci circondano, veri o finti che siano, sono un pretesto per vivere, In realtà, se vedessimo l’abisso che ci attende, toglieremmo subito il disturbo. Non si può vivere con il peso dell’infinito sulle spalle,
Inizia così il romanzo che oggi suggerisco e che è destinato a chi ha voglia di immergersi in un libro che tenga inchiodati fino all’ultima pagina, con una storia che sia molte storie, con una ricchezza di luci e molte ombre.
Il Tessitore del Vento di Romano Augusto Fiocchi (presentato a Imola nel marzo 2023) ha queste caratteristiche e molta passione con una narrazione brillante, quasi da romanzo giallo ma anche con connotazioni che rimandano alla commedia umana per la peculiarità di Fiocchi di dipingere ritratti con grande sentimento.
Il romanzo è ambientato in una Venezia di fine millennio che diventa teatro di vicende umane, una città che sa accogliere ma anche far perdere e intrecciare vite nel bene e nel male.
Il protagonista Federico Grandi, la voce narrante di questo libro, è uno scrittore che da mesi alloggia all’Hotel Danieli per presentare il suo primo romanzo e lì inizia a scrivere un nuovo libro. Costruisce diversi personaggi, alcuni recuperati dalla storia della città, altri inventati, ma tutti sistematicamente usciranno dalle pagine per fargli visita.
Federico Grandi sta vivendo un dramma comune a molti scrittori, trovarsi soli, abbandonati dagli editori, con l’ansia di veder pubblicati i loro manoscritti e a cercare l’occasione per attirare quell’attenzione che potrà aprire le porte di una casa editrice.
Sarà proprio un editore uno dei personaggi che assilleranno Grandi proponendogli una occasione eccezionale per far parlare di sé, ossia la morte in cambio di tutti i suoi scritti.
Capiamo che la storia o meglio le storie saranno fatte di misteri e di ricatti e di segreti, di ricerche e di investigazioni, di vite che si intrecciano e protagonista è la stessa Venezia coi suoi canali, le gondole, i tempi della laguna e personaggi che qui hanno vissuto così come i luoghi di ritrovo come l’hotel Danieli e il caffè Florian.
Il tessitore del vento ci tiene col fiato sospeso, i personaggi appaiono per cercare se stessi e raccontare di sé, delle paure, ambizioni, meschinità. L’autore ha la capacità di saper raccontare l’intreccio della vita con il fantastico, in mille sfaccettature, con una attenzione a ricchi spunti letterari che ci rimandano ai personaggi pirandelliani e a una tecnica di narrazione degna di Thomas Mann.
Maria Rosa