di Joseph Conrad
Il consiglio di lettura che propongo questa settimana è Cuore di tenebra di Joseph Conrad. Molte volte io e questo libro ci siamo incrociati ma non so per quale ragione, lo mettevo sempre più avanti nella lista dei libri che volevo leggere. Poi finalmente è venuto il suo turno in questa strana estate e mi sono affidata a Conrad con il cuore aperto alle sue esperienze, ai suoi viaggi e pensieri ammettendo un po’ il mio disagio di non averlo letto prima.
Cuore di tenebra è un romanzo di frontiera, quasi un diario, un racconto realistico, pubblicato nel 1899 la cui prima edizione italiana è del 1924.
Il sogno giovanile di Conrad di diventare un navigatore, un Capitano della Marina, si avvera, si imbarca grazie alla intercessione di stretti collaboratori di Re Leopoldo II del Belgio per una spedizione in Congo con una compagnia commerciale che l’avrebbe portato a risalire il fiume Congo. Per creare il protagonista del suo romanzo, Charles Marlowe, Conrad ha pescato a piene mani dalla propria vita essendo un marinaio atipico, uno a cui piaceva viaggiare .
L’incarico di Marlowe era risalire il fiume, addentrarsi nei territori alla ricerca di Kurtz, emissario di re Leopoldo, agente di prima classe della Compagnia che commerciava avorio, che era sparito nel nulla a cui la Società Internazionale per la soppressione dei costumi selvaggi aveva chiesto una accurata relazione sugli ideali e gli obiettivi che li avevano fatti arrivare in Africa, la civilizzazione dei selvaggi.
Il tema del romanzo è il colonialismo, si sfiorano le esplorazioni geografiche come appare già chiaro subito, ma è anche un viaggio nella coscienza, un romanzo di introspezione e al centro del mondo. Risalire lungo quel fiume era come viaggiare all’indietro nel tempo verso i più remoti primordi del mondo, quando la vegetazione tumultuava sulla terra.
E’ brillante Conrad nella narrazione, quasi poetico, ci incanta con la descrizione della luce, il cielo aperto, i chiari colori che il mare esalta poi il sole accecante lungo le piste battute, l’arsura e le sterpaglie bruciate fino ai colori scuri nel risalire il fiume Congo che nella storia ci mettono in ansia, adesso che lo stiamo accompagnando li vediamo anche noi quei colori premonitori di tutti gli orrori di cui sarebbe stato spettatore. Anche l’avorio ammassato in giganteschi depositi aveva ormai perso il suo bel bianco.
Dopo tante peripezie quasi da romanzo di avventura e la presa di coscienza degli orrori che incontra, uomini lasciati morire di stenti, la follia degli agenti nell’esasperare lo sfruttamento anche oltre le direttive dei datori di lavoro, Marlowe trova Kurtz e gli diventa chiaro il folle disegno, l’ipocrisia delle missioni di civilizzazione, il sistema organizzato per appropriarsi di tutto, spaventando le popolazioni, presentandosi come esseri soprannaturali, abbracciando le tenebre della indifferenza, della crudeltà. Dice Conrad “qui nessun uomo è protetto dagli incantesimi”. La follia che porta a torturare, sfruttare, inviare a morte certa per inedia e stenti gli indigeni, che saranno abbandonati a se stessi quando il lavoro durissimo non sarà più sopportabile (diciamo che qui ci suonano dei campanelli!)
Conrad sa descrivere, pur nello sconcerto, gli effetti del colonialismo e del razzismo non facendo sconti a nessuno. La Compagnia per la quale Marlowe lavora è belga, ma la nave su cui viaggiava era francese ed era partita dalla foce del Tamigi, più di una Corona, più di una società civile erano correi di questa corsa al volere tutto. Il romanzo vuole essere un atto di accusa.
Conrad ha saputo raccontare il mondo delle tenebre e il sistema di sopraffazione, l’impossibilità degli esseri umani di essere eguali tra loro.
La storia ci dice che l’agente di prima classe Kurtz riuscì a scrivere, prima di morire in quelle terre dimenticate da Dio urlando Orrore, Orrore!, la sua relazione per la Società internazionale per la soppressione dei costumi selvaggi, concludendo: “Sterminate questi selvaggi”.
Il romanzo ebbe una diffusione superiore ad altri libri dello stesso autore, ma generò da subito ripetute critiche fino a contestargli un approccio razzista. Sta a noi lettori stabilire quanto con questo romanzo Conrad ha contribuito ad aprirci gli occhi sul valore del rispetto e ad additare il sistema consolidato da cui sono derivati i grandi capitali europei.
Maria rosa
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