Chi ha paura della letteratura russa?

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La letteratura russa o la si ama o la si evita. Dipende da tantissimi fattori: il nostro stato d’animo, riconoscere la molla che ci può portare a cercare un determinato autore, oppure al contrario fuggire da storie che sappiamo per sentito dire esageratamente impegnative, cariche di sentimenti e soprattutto non voler leggere presumibilmente “un mattone”.

Ma se vogliamo toglierci un dubbio possiamo cercare di avvicinarci alla letteratura russa attraverso brevi racconti. Per questo moltissimi anni fa, scelsi di leggere i racconti di Gogol che sapevo interessanti e spesso ironici. Ma ahimè, mi trovai di fronte a un baratro. Sospesi la lettura, la riaffrontai ma invano, fino a che non guardai meglio il libro che avevo tra le mani.  Si trattava di una bella edizione di Einaudi del 1984 della collezione  Gli struzzi,  copertina blu carta da zucchero, invitante prodotto editoriale, piacevoli caratteri di stampa; poi mi colpì il nome del traduttore: si trattava di Tommaso Landolfi (Scrittori che traducono scrittori) e guardando meglio Einaudi stava riproponendo – per gentile concessione di Rizzoli editore – la prima edizione del 1941. Mi si aprì un mondo. Tommaso Landolfi lo conoscevo solo per il bel romanzo Le due zittelle e non avevo cognizione che questo intellettuale nella sua attività di traduzione applicasse il principio della assoluta fedeltà ai testi originali e molto spesso per non distaccarsi dal piglio (come lui amava dire) e dall’approccio alle problematiche della lingua, finiva per  farne la sua personale palestra di glottoteta, tenuto anche conto che negli anni della traduzione (gli anni Trenta del Novecento) la lingua russa era considerata ai margini del mondo.

Ripresi in seguito la lettura. I Racconti di Pietroburgo mi divennero più comprensibili e apprezzai Nikolaj Gogol.  Anche se Dostoevskij sosteneva che tutti loro – gli autori russi – uscivano dalle pagine de Il mantello di Gogol (racconto che noi conosciamo come Il Cappotto), ho trovato che per me fosse meglio iniziare dal racconto La Prospettiva Nevskij. “Non c’è niente di meglio della Prospettiva Nevskij, almeno a Pietroburgo, dove essa è tutto. Di cosa non brilla questa strada, meraviglia della nostra capitale!” Gogol così ci accompagna a scorgere i caratteri  della gente in quell’odore di passeggiata – anima della città, che brulica di negozi e caffè e che a seconda dell’ora del giorno e della notte assume connotati diversi e dove si incrocia gente assai diversa. Troviamo accenni all’architettura, alle caratteristiche del modo di vestire dei passanti, al modo di sfoggiare acconciature e baffi dei diversi personaggi che Gogol suddivide in piccole categorie, impiegati statali, militari, scapoli, donne mature e giovani donne. E’ la sera che la strada cambia e qui inizia la storia. Due protagonisti, un giovane tenente di nome Pirogov e un suo  amico, un giovane e sensibile artista di nome Piskarev.  L’incontro con due ragazze nella magia che la città vive nella luce irreale delle lampade. Ci sono dramma, ironia, e la considerazione di come il destino –o meglio  il gioco del destino – possa essere determinante nella vita delle persone. Molti di questi elementi sono filo conduttore anche in altri racconti.

Per dare credito a Dostoevskij niente di meglio che leggersi Il cappotto, racconto del 1842, che si svolge nell’ambito  dell’amministrazione burocratica dove essere accettati prevedeva di conformarsi allo status dei colleghi. Il protagonista Akakij Akakievič soffre di dover indossare un cappotto logoro che lo mette in cattiva luce sul posto di lavoro, con grandi sacrifici riesce a farsene confezionare uno. Gli si apre un mondo fatto di felicità, rassicurazione, praticamente il cappotto acquisisce una sua identità. Il caso vuole che il cappotto presto gli venga rubato. Lo sviluppo del racconto carico di ironia, realismo che incrocia elementi di fantasia e intende  irridere la società,  non lo posso svelare. Convengo che questo brano possa essere stato fonte di confronto tra i letterati dell’epoca e sicuramente ha aperto ad una stagione della letteratura russa unica.

Se vi ho convinti a esplorare Gogol I racconti di Pietroburgo vi riserveranno altre sorprese: letteratura fantastica, drammatica, satira feroce, praticamente tutti gli elementi della letteratura romantica.

Nell’audio l’incipit del racconto La Prospettiva Nevskij

(mariarosa)

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