Gio Ponti ceramiche 1922-1967

Gio Ponti (1891-1979)

La mostra della produzione ceramica di Gio Ponti, in un quarantennale dove arte e storia ebbero modo di intrecciarsi spasmodicamente, è la prima grande iniziativa che il Mic di Faenza organizza dopo le vicissitudini del Covid e delle alluvioni tra 2020 e 2023.

La personalità artististica a cui è dedicata è adeguata ai grandi eventi!

Gio Ponti, formatosi col disegno e progetto architettonico, dedicherà alla ceramica una cura che la valorizzerà in chiave innovativa, non più solo per l’uso quotidiano ma rendendola protagonista del vissuto, sia privato che pubblico.

Disegno e forma si alimentano nella produzione di Ponti dalla cultura classica al barocco, riscoprendo un nuovo rinascimento dove l'”artigiano” si fa artista in un ambito di “accademia-bottega” e dove tutte le arti si intrecciano per materiali e tecniche.

Negli anni ’20 l’esperienza con il laboratorio dell’Accademia di Monza sarà formativa per la declinazione della sua “ceramica moderna” e ivi si misurò con artisti delle varie scuole Italiane e mitteleuropee partecipando alle biennali.

Forte diviene via via la velleità di dare valenza artistica anche alla produzione ceramica pensata per una utenza di massa e con la produzione Doccia della Richard-Ginori, di cui diviene direttore artistico, innovò lo stile anche del semplice servizio da te per una borghesia piccola ma vogliosa di un nuovo design di cui godere.

Preziosa per la divulgazione della nuova maniera di pensare il design della forma sarà la fondazione e pubblicazione delle riviste “Domus” e “Stile” che portarono al grande pubblico, e non solo per gli addetti ai lavori, novità nell’ambito della produzione ceramica, come pure nell’arredo, nell’architettura di interni ed esterni, privati o pubblici: in mostra vari gli studi grafici di produzione e promozione delle riviste.

Gio Ponti progettò pure architetture per committenze internazionali dove la ceramica trova sempre un ruolo primario e si fa complice della struttura volumetrica delle architetture; e queste ultime trovano eco in grandi vasi ceramici, arredo di pregio degli spazi interni, alla stregua dell’approccio “leonardesco” tra arte e tecnologia.

I temi della produzione d’arte e da parata, sono vari ed inaspettati e la ceramica si vede accostata a metallo o vetro, dove decori pittorici e dorature si esaltano l’un l’altro: intriganti le mappe e i mappamondi, le voluttuose donne muse, le collaborazioni con artisti di varie formazione e scuole: vetrerie veneziane, tradizioni del modellato in cartapesta e non ultima Faenza.

In questo articolo diamo un assaggino ma …bisogna proprio andare a visitare la mostra che espone più di 300 pezzi che coniugano classicità ad ironia, citazioni dotte a sottolineature del quotidiano e dei mestieri più popolari!

(Patrizia)

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