Dott. Federico Di Giacomo – lezione del
15/04/2021 al tempo del COVID……. dove avevamo tutti i capelli lunghi!!!
Introduzione a cura di Università Aperta e dell’Assessore alla cultura Dott. Giacomo Gambi.
E quindi uscimmo a riveder le stelle” così Dante conclude l’ultima terzina del suo Inferno, così termina il suo viaggio nel luogo più tenebroso ma allo stesso tempo sovraffollato, variegato, provocatorio e miserevole dell’altro mondo. Così termina il buio e si dispiega la potenza della luce… “e uscimmo a riveder le stelle”. La Divina Commedia è un’opera stratificata, che può essere letta e interpretata a diversi livelli, letterario o filosofico o allegorico ma anche scientifico e astronomico. Numerosi sono i riferimenti al cosmo e alle stelle presenti nel poema, ad esempio ogni cantica termina sempre con la parola stelle, “”E quindi uscimmo a riveder le stelle” (Inf XXXIV ,139), “puro e disposto a salir a le stelle (Purg. XXXIII, 45) “l’amor che muove il sole e l’altre stelle (Par. XXXIII, 145). Oppure ancora Virgilio lo spirito guida del nostro Dante, nel XI canto del Purgatorio, descrive il fenomeno della precessione degli equinozi, mentre la pura ed eterea Beatrice nel II canto del paradiso descrive, sulla base delle più moderne teorie scientifiche, moderne all’inizio del XIV secolo, l’origine delle macchie presenti sulla Luna. Questi sono solo alcuni esempi dei tanti che costellano l’opera. In questa incontro partiremo della famosa selva oscura e ripercorreremo, da un puto di vista astronomico, alcuni canti della Commedia mostrando gli aspetti più salienti e interessanti della cosmologia e dell’astronomia dantesca mostrando come due realtà apparentemente così lontane, come letteratura e scienza, si uniscono in un sodalizio celeste ed ultraterreno di raffinata bellezza, a tratti divino.