Quanto doveva esser stimolante, per gli intellettuali del rinascimento, un viaggio per le corti rinascimentali italiane!…se poi questi si chiamava Pieter Paul Rubens e la corte era quella dei Gonzaga di Mantova, presso cui avevano lavorato artisti del calibro del Mantegna o di Giulio Romano, allora, potevano coniugarsi esperienze europee con lo stupore per la riscoperta classicità mediata dalle nuove tecniche della rappresentazione.
Palazzo Te a Mantova diviene così compendio ideale e sede sontuosa della mostra di quanto nella prima metà del ‘600 di meglio si poteva chiedere alla ricerca della rappresentazione pittorica: Rubens studia e sviscera gli schizzi di Giulio Romano e risolve in pittura temi antichi con rinnovata eclettica energia; la straordinarietà di questo evento è proposta in queste sale ai visitatori moderni che possono affrontarlo confrontandolo: affreschi e quadri, studi di Giulio con matrici per incisioni, stucchi e rappresentazioni pittoriche, drammatici eventi come la caduta dei mitici giganti di Giulio Romano a confronto e le angosce di un intellettuale che attraversa le guerre europee del ‘600.
Nuovi generi pittorici, la vita quotidiana e la natura morta, allettano i gusti di una nuova classe sociale, la borghesia, e Rubens li propone con la freschezza fiamminga ammiccando ai temi del passato.
Alla visita ci ha fatto da attenta guida la prof.ssa Degli Esposti, docente di Università Aperta.
(Patrizia)